Macchine per il taglio al plasma: la scelta più precisa

Se dovete effettuare un taglio di un metallo che sia il più accurato possibile, probabilmente state pensando di utilizzare una macchina laser.
Certo, la scelta è più che valida, ma avete mai considerato la possibilità di impiegare invece una macchina per il taglio al plasma?
Altrettanto precisa ma più veloce, oltre che notevolmente più economica.
È quello che vi spiegheremo in questa guida.

Come si taglia il metallo: metodi alternativi

Per tagliare un metallo, uno dei classici metodi impiegati è quello di utilizzare una macchina laser.
Nulla di fantascientifico, ma un procedimento molto sofisticato.
In questa tipologia di applicazione, si utilizza infatti un fascio di radiazione EM (dove la sigla sta per ‘elettromagnetico).
Il fascio viene letteralmente sparato da una sorgente e si focalizza sul punto da tagliare, grazie ad una lente.
Il punto da tagliare, in genere una linea, si surriscalda sino a che arriva al punto di fusione. Allora si taglia.
Il procedimento è complesso e costoso, perché in gioco entra anche il cosiddetto ‘flusso di gas coassiale’.
Si tratta del meccanismo necessario per il taglio vero e proprio, che utilizza sempre un fascio laser che a sua volta, tramite una spinta dinamica, allontana i pezzi separati.
Esiste in alternativa un altro procedimento, visionabile ad esempio sul sito www.arcotecnicasrl.it, che utilizza i macchinari al plasma.
Vediamo di cosa si tratta.

Taglio al plasma: come funziona

Il procedimento, come abbiamo detto, è più rapido che per le macchine al laser oltre che più economico. Non per questo è meno efficace.
In questa tipologia di macchinari, da un ugello viene espulso un gas ad alta pressione.
È proprio questo gas (senza quindi l’utilizzo di un secondo passaggio), che permette l’innescarsi di un arco di elettricità tra il punto da tagliare e un elettrodo specifico. L’arco medesimo trasforma il gas in plasma, in una sorta di circolo virtuoso tra tutti i componenti.
Il plasma poi trasferisce calore al metallo, e lo conduce al famoso punto di fusione.
Questo procedimento determina il distacco del pezzo nel punto in cui si è scelto di fare il taglio.

Tutte le precauzioni necessarie

Lavorare con questi macchinari è un’operazione che solo operai specializzati di aziende certificate possono compiere.
Non si tratta solo di effettuare il lavoro a regola d’arte, ma anche e soprattutto di lavorare in condizioni di sicurezza e rispetto della normativa vigente.
Ci sono infatti alcuni effetti collaterali di questo procedimento che devono essere conosciuti e prevenuti.

 

  • Innanzitutto, come abbiamo detto, il procedimento prevede che il metallo raggiunga, per essere tagliato come fosse letteralmente un panetto di burro, il suo punto di fusione;

 

  • oltre al punto di fusione però, c’è anche il punto di ebollizione, e i metalli non ne sono immuni. Pensiamo ad esempio al titanio, che quando arriva al punto di ebollizione emette dei vapori tossici!

 

Ecco perché in officina si devono mantenere delle buone norme di lavoro e delle pratiche ben precise, che si possono così riassumere:

 

  • in primo luogo il posto di lavorazione deve essere ben areato e prevedere l’installazione di impianti per il condizionamento e il depuramento dell’aria;

 

  • si deve sempre lavorare sotto una cappa aspirante che può eliminare eventuali esalazioni non percepite sul momento ma che possono essere inalate;

 

  • nel luogo di lavoro si deve prevedere un impianto di smaltimento dei fumi;

 

  • si devono sempre utilizzare tutte le precauzioni, anche e soprattutto in termini di protezioni, che il lavoro richiede. Questo vuol dire mascherine, guanti, tute specifiche e scarpe anti infortunistica;

 

  • infine, non da ultimo, attenzione va posta all’alta corrente che si può generare durante lavorazioni di questo tipo.

 

In’ultima analisi, c’è una considerazione importante da fare che vale però in generale per ogni posto di lavoro che utilizzi la corrente.
Quando si ha a che fare con un arco elettrico, si deve sempre tenere bene in mente che (e l’arco al plasma ne è un esempio), si ha a che fare con un circuito che emette radiazioni elettromagnetiche. Queste potrebbero interferire con eventuali apparecchi tipo il pacemaker.